SEGOBRIGA – Saelices

Nome antico: SEGOBRIGA

Nome moderno e numero abitanti: SAELICES    circa 650 abitanti  (Castiglia)

Individuazione sul Barrington Atlas of Ancient Word: Tavola 27, C2

 

Ruolo della città nel mondo ispano-romano:

Importante città celtibera e romana nel cuore della Meseta. Centro agricolo, ma soprattutto minerario. Veniva da qui molta della lapis specularis del mondo romano: lastre di gesso definite da Plinio “lapis duritia marmoris, candidus atque translucens”, valida ed economica alternativa al vetro per le finestre.

 

Ruolo attuale della città:

Saelices è un piccolo paese di poche centinaia di abitanti nella regione di Castiglia-La Mancia ed è importante meta turistica per la presenza del Centro di Interpretazione del Parco archeologico, il quale permette al visitatore di avere una visione globale dell’antica città romana di Segóbriga. Nel recinto del parco, infatti, sono esposti i numerosi reperti portati alla luce nel corso delle varie campagne di scavo, in particolare sculture; inoltre vi sono state installate immagini virtuali degli antichi monumenti. Il percorso alla scoperta del parco archeologico procede attraverso la necropoli, fuori dalle mura, il teatro e l’anfiteatro, quest’ultimo simile, sotto molti aspetti, all’arena segusina.

Le rovine romane di Segóbriga sono tra le più importanti della Spagna e il sito è stato valorizzato dalla presenza di un interessante museo e dalla posizione isolata in un dolce paesaggio collinare tra Aranjuez e Cuenca.

Lo sviluppo urbano di Segóbriga risale al I secolo a. C. circa, mentre nel I e II secolo d. C. furono eretti il teatro, l’anfiteatro, i portici, le terme e altre costruzioni, dando vita a una vera e propria città. Importante fu la costruzione di un acquedotto che contribuiva a mantenere verde una città altrimenti circondata dal deserto e che alimentava cisterne, canali e fontane all’interno dell’abitato.

Sono inoltre visibili i resti di una sorta di laguna artificiale circolare con gradini in pietra (quasi sicuramente alimentata dall’acquedotto) con al centro un altare votivo dedicato al dio celtibero Airon; sembra che il luogo sacro fosse legato a rituali di fertilità che prevedevano l’immersione nelle acque lustrali e fecondatrici. L’altare votivo è l’unica testimonianza epigrafica del dio Airon, dio della vita e della morte, il cui culto era diffuso in tutta la Celtiberia.

Nel V e VI secolo i Visigoti aggiunsero agli edifici romani le basiliche e vaste necropoli, di cui sono ancora visibili le rovine.

Oltre che per i suoi edifici, Segóbriga svolse in età imperiale un ruolo sicuramente importante come centro amministrativo del territorio circostante, caratterizzato da una grande ricchezza agricola e mineraria.

Dopo la conquista islamica vi fu un declino lento, ma inarrestabile: Segóbriga venne gradualmente abbandonata e le sue rovine vennero seppellite dalla terra e dalle erbacce; molti degli edifici romani furono, nel tempo, adibiti ad uso agricolo e caddero dimenticati, sino ai primi scavi archeologici, nella seconda metà del XVIII secolo.

La cittadina è oggi un bene di interesse culturale nonché patrimonio storico ed è stata dichiarata Monumento Nazionale il 3 giugno del 1931.

E’ allo studio un piano per rendere visitabile al pubblico anche una parte della rete di 50 km di gallerie di miniere di gesso cristallizzato (la lapis specularis di cui parla Plinio) che sono sparse in un raggio di circa 150 km intorno alla città. In età romana, oltre che per la fabbricazione del vetro e la decorazione di pavimenti e pareti, questa pietra veniva triturata e mescolata alla sabbia e poi utilizzata in teatri e circhi per far brillare le superfici del terreno e rendere più spettacolari le prestazioni che vi si svolgevano.

La parte scavata della cittadina è, comunque, appena il 10% della superficie stimata dell’antica Segóbriga: nuovi scavi potranno sicuramente riservare altri ritrovamenti e ulteriori sorprese.

A poca distanza da Saelices si trova il monastero-fortezza di Uclés, edificato nel ‘500 sui resti di un’antica torre-fortificata araba utilizzando le pietre delle rovine romane di Segóbriga. Il monastero-fortezza è circondato da una triste fama, poiché durante la guerra civile spagnola fu adibito a carcere e vi sono state recentemente esumate le salme di almeno 300 persone.

Il Parco Archeologico di Segóbriga è oggi minacciato dalla costruzione imminente di un parco eolico nelle vicinanze, promosso dalla società Wind Energy Basin e oggetto di forti contestazioni. Il sito sarà così modificato con l’installazione di turbine eoliche alte da 14 a 121 m. che modificheranno radicalmente l’aspetto paesaggistico di tutta la zona.