Susa la dominazione francese – Situazione Finanziaria

Nell’antico ordinamento sabaudo le principali contribuzioni erano le seguenti:

  1. la “taglia” o “tasso”, imposta immobiliare che si pagava sulla proprietà fondiaria iscritta al Registro catastale
  2. il “cotizzo”, imposta di famiglia, detta pure “testatico” o “focatico”. Gravava sulle persone e sull’esercizio delle arti e dei mestieri: vi erano soggetti tutti i maggiori di anni 7, esclusi i poveri, i forensi e gli ecclesiastici.
  3. il “giogatico”, imposta sui bovini atti al giogo
  4. le imposte indirette

A parte si consideravano i fabbricati, su cui veniva posto un contributo in rapporto al numero “delle porte e delle finestre”.
Il comune versava allo stato parte dei contributi in proporzione ai terreni iscritti a Registro sia catastale che allodiale.
L’arrondissement di Susa, e soprattutto le valli superiori, erano sottoposte ad imposte gravose. Lo Jaquet osserva che la provincia di Susa nel 1753:

N’avait que 157.079 livres, lorsque les vallées obtinrent la promesse de réparer l’erreur commise dans la peréquation, et la grace de cinq mille livres, extensible à six mille dans les années de mauvaise récolte, jusqu’à ce que la révision promise eût bien.

La provincia “non aveva che 157.079 libbre, poi le vallate ottennero la promessa di riparare all’errore commesso nella perequazione e la grazia di 5000 libbre estensibili a 6000 negli anni di cattivo raccolto, fino a quando la revisione promessa fu fatta.

Ma questa promessa revisione non avvenne mai, anzi proprio su questa somma si basarono i progressivi aumenti che portarono, nel 1800, alla somma di 268.562 lire.

C’est encore d’après ces principes qu’à été basé l’impôt foncier de l’an X à la somme de 351.596.

È ancora secondo questi principi che è stata stabilita l’imposta fondiaria dell’anno X di 351.596.

In tutto il circondario di Susa c’erano 69.600 “giornate” coltivate (pari a 38,04 are). Dividendo questo per la somma detta prima si conclude che per ogni giornata si pagavano 5 lire e 1 soldo, somma esorbitante se si considera la scarsa qualità della terra e le difficoltà che si incontravano nel coltivarla.
Lo Jaquet paragona questa situazione con quella del vicino dipartimento delle Alte Alpi dove la guerra aveva provocato meno danni e dove il commercio era maggiore e le terre meglio coltivate.
Qui, per ogni giornata, si pagava 1 franco e 34 centesimi di imposta fondiaria. Le valli del Delfinato, continua ad osservare il sottoprefetto, quando appartenevano alla Francia erano esenti dalle imposte indirette e per questo quelle fondiarie erano più forti. Passando a far parte del Regno Sabaudo quest’esenzione non ebbe più luogo, ma non si tenne conto di ciò per limitare  un po’ le imposte fondiarie.
Un quarto del prodotto netto in frumento veniva assorbito dall’imposta. L’imposta personale raggiungeva la somma di lire 44.544; quella indiretta circa le 170.000 lire così ripartite: registrazioni, marche da bollo e ipoteche 80.000, dogane 60.000, tabacchi 30.000.
Il totale delle imposte raggiungeva la somma di 566.140 lire che ripartite fra i 61.893 abitanti facevano 9 lire e tre soldi a testa.

Le Piémont, d’après le rapport du citoyen Hennet, paye 18 millions, argent de France, pour 1.800.000 habitants, c’est à dire en raison de 10 francs par tête, les 9 livres 3 soldes font, argent de France, 10 francs, 96 centimes, il est donc prouvé jusqu’à l’évidence que l’habitant de l’arrondissement le plus stérile, le plus dépourvu des ressources de l’industrie, le plus disgracié par la nature de son sol et par les événemens de la guerre qui l’ont entièrement dévasté, paye un dixième de plus que celui des belles plaines du Piémont dont les productions, d’après les calculs les plus modérés, sont à celles des montagnes comme 3 à 1.

Il Piemonte, secondo il rapporto del cittadino Hennet, paga 18 milioni, in moneta francese, per 1.800.00 abitanti, cioè dieci franchi per ognuno; 9 lire e 3 soldi fanno, in denaro francese, 10 franchi e 96 centesimi. È dunque dimostrato con chiarezza che l’abitante del territorio più sterile, più sprovvisto di risorse dell’industria, più sfavorito per la natura del suo territorio e per gli avvenimenti della guerra che l’hanno interamente devastato, paga un decimo di più di quelli delle belle pianure del Piemonte i cui prodotti, dopo i calcoli più moderati sono, rispetto a quelli delle montagne, come 3 a 1.

Lo Jaquet osserva poi, che in alcuni dipartimenti francesi il Governo Repubblicano faceva pagare delle imposte anche maggiori, tenendo però conto della ricchezza della regione.
Egli critica anche il sistema di riscossione delle tasse, dice infatti che spesso questa gente, a causa dell’estrema povertà, non era in grado, ogni mese, di pagare una parte delle imposte e spesso i soldati, preposti alla riscossione delle imposte, intervenivano requisendo bestiame o parte del raccolto, costringendo questa gente ad espatriare, non avendo più di che vivere.

Sans doute il faut exiger les impôts, ils sont une dette sacrée, une soulevention indispensable en faveur d’un Gouvernement protecteur, mais ils doivent être proportionnés aux produits du sol et à ceux de l’industrie; l’époque de leur rentrée doit être celle que la nature des circostances et des localités a marquée pour le recouvrement de ces produits.

Senza dubbio bisogna pagare le tasse, sono un debito sacro, un mezzo indispensabile in favore di un governo protettore, ma devono essere proporzionate ai prodotti della terra e a quelli dell’industria; l’epoca del loro pagamento deve essere quella che la natura delle circostanze e dei posti ha indicato per la raccolta dei prodotti.

Infatti i paesi nei dintorni di Susa e alcuni della bassa valle non erano in grado di pagare le imposte che dopo la vendemmia, basandosi la loro economia sulla produzione e la vendita del vino. A causa di questa situazione, che costringeva una popolazione che aveva appena il sufficiente per vivere a pagare forti imposte, si creò un’aperta opposizione dei contribuenti verso gli “agenti” riscossori delle tasse. Ostilità negativa sia per la popolazione che per il governo:

Puisqu’il est vrai que la prosperité publique se compose du bonheur de chaque localité et de chaque individu.

Poiché è vero che la prosperità pubblica si basa sulla felicità di ogni località e di ogni individuo.

Il sottoprefetto suggerisce perciò al nuovo governo di adeguare le imposte alla produzione, di incoraggiare l’industria e il commercio.
Le contribuzioni introdotte dal governo francese erano divise in due gruppi: le dirette e le indirette; entrarono in vigore nel 1802.

Contribuzioni dirette:

1) Imposta fondiaria: sostituiva l’antica “taglia”; gravava su tutti i beni immobiliari in ragione del  prodotto netto quotabile; vi erano soggetti anche i beni comunali.

2) Imposta personale: risultava dal prodotto ottenuto moltiplicando la retribuzione di tre giornate lavorative per un sesto della popolazione del comune. La giornata di lavoro non poteva essere fissata al disotto di 50 centesimi, nè al di sopra di 1 franco e 60 centesimi.

3) Imposta mobiliare: gravava sui redditi derivanti dalle locazioni degli edifici d’abitazione; era riscossa assieme all’imposta personale. Queste due imposte furono fra le più invise alla popolazione come il cotizzo, riscosso durante il regno sabaudo. Ambedue colpivano indistintamente tutti i nuclei famigliari, senza considerare la disparità di reddito. La loro esazione, specie nei primi anni, incontrò difficoltà e ritardi.

4) Imposta di lusso: era riscossa in ragione dei domestici che si possedevano, delle carrozze di lusso, dei cavalli, dei muli. (Era già stata introdotta nel 1734 da Vittorio Amedeo III).

5) Imposte su porte e finestre: tassava porte, portoni e finestre prospicenti la strada, cortili e giardini. Le tariffe variavano a seconda della popolazione dei comuni e dei piani delle abitazioni.

6) Imposta sulle patenti: consisteva in un’imposta a carico di chi esercitava in proprio una professione, mestiere o attività commerciale. Le contribuzioni indirette erano: il bollo, i diritti riuniti, i diritti di cancelleria, di navigazione, di dazio comunale, della posta, delle lettere, delle ipoteche e della registrazione. Ogni comune era autorizzato a stanziare centesimi addizionali per le spese locali purchè questa sovraimposta non superassero i 10 centesimi per ciascun franco di imposta diretta.

II) FINANZE COMUNALI DAL 1791 AL 1799

Per quanto riguarda il periodo precedente il governo francese sono stati esaminati i conti esattoriali di ogni anno a partire dal 1791 fino al 1799.
L’esattore rendeva conto alla municipalità di tutte le somme versategli e delle spese sostenute durante l’anno. In queste pagine, compilate con cura minuziosa, è tratteggiata la vita della città, le sue vicissitudini provocate dalla guerra, i problemi che doveva affrontare la municipalità a causa del continuo passaggio delle truppe.
Viene esaminato il “conto” relativo all’anno 1797 che è il più leggibile ed esauriente; gli altri non si differenziano molto da questo.
Il “caricamento” cioè le entrate, sono costituite dalla riscossione della “taglia”, che, come si è visto, era l’imposta che si pagava sulla proprietà fondiaria, e di altre imposte allora vigenti come quella sulle case, o i cotizzi, o il giogatico.
Un secondo gruppo era costituito dagli affitti pagati da privati per terreni o per imprese date in appalto.
Un terzo gruppo dal pagamento delle provviste fornite alle regie truppe nel 1793 e alle truppe francesi per gli anni 1796, 1797, 1798.

Si giunge alla cifra totale di L. 51.874.8.5.

Più interessanti sono le spese di “scaricamento” cioè le uscite. Anche queste sono divise in vari gruppi. In primo luogo ci sono le somme da versare per i beni ecclesiastici immuni che avevano perso l’esenzione, quelle per le tasse straordinarie, per l’imposta sulle case, per i beni feudali ridotti in allodio e per la costruzione delle strade di Nizza e Casale.
Fra queste è compreso anche il pagamento a privati di “cartelle di debito pubblico” se così le si può chiamare. (Sono somme che i cittadini o alcune organizzazioni avevano dato all’amministrazione per alcuni anni, dietro al pagamento di interessi e che ora dovevano essere rimborsate).
Sotto il nome di spese communitative, censi e crediti passivi sono compresi gli interessi che l’esattore doveva versare per le somme da lui amministrate.
Il terzo gruppo è costituito dagli stipendi che andavano agli avvocati e notai che lavoravano per l’amministrazione pubblica, agli insegnanti, al segretario comunale, al medico che curava i poveri infermi, al foriere, all’usciere, al serviente ed al beccamorto ecc., cioè a tutti coloro che operavano per la comunità.
Il quarto gruppo è costituito dalle opere pie; sotto questa denominazione sono comprese le spese per la festa del patrono della città, S. Mauro e per retribuire, al padre Cavalli del convento di S. Francesco, il quaresimale da lui celebrato nella cattedrale.
Le spese più svariate sono raccolte sotto la denominazione di “urgenti e casuali”. Gratifiche per alcuni dipendenti comunali, spese per lavori pubblici urgenti, per la pulitura della città, ricompense date a chi si era reso utile per il sotterramento dei cadaveri e per la disinfestazione della città (dobbiamo ricordare che in quell’anno, fra i soldati austriaci prigionieri che si trovavano nel forte della Brunetta, scoppiò un’epidemia).
Il quinto gruppo comprende i compensi dovuti agli sternitori per lavori compiuti nella città.
Il sesto, le somme versate alle balie a cui venivano affidati i trovatelli che erano sempre numerosi.
Altri tre gruppi sono formati dalle spese destinate alle riparazioni al Palazzo di Città, alle strade e ponti e alla ricostruzione di argini e spallette sul torrente Cenischia e sulla Dora Riparia che coi loro straripamenti provocavano, come si è visto in precedenza, sempre molti danni alla campagna.
Il decimo gruppo è costituito dalle somme destinate ai rifornimenti di grano che venivano fatti nei paesi vicini a cui a volte era imprestato del denaro per eseguire lavori pubblici e che doveva poi essere rimborsato.
Infine si affittavano alloggi per truppe francesi e regie; bisognava provvedere entrambe di scope, di carni e di vetture. Spese queste che incidevano notevolmente sul bilancio comunale e che spesso venivano rimborsate con molto ritardo.

Il totale delle spese per il 1797 raggiunge la somma di L . 48.905.9.10.

Quindi all’esattore rimanevano ancora L . 2.968.0.5

Nonostante le difficoltà di questi anni di guerra e di disagi, i conti si chiusero quasi sempre in attivo ad eccezione delle annate 1798 e 1799, come si può vedere da questo riassunto:

Bilancio

III) FINANZE COMUNALI IN ETà NAPOLEONICA

Per quanto riguarda il periodo del governo francese, i conti esattoriali che si sono potuti esaminare sono quelli relativi agli anni 1802 ‑ 1806 – 1807- 1809.

Anno 1802

Dipartimento del Po

Circondario di Susa, Città di Susa

Resa di conto del cittadino Francesco Bianco alla maire di questa città per l’esazione avuta delle contribuzioni, centesimi o addizionali e redditi comunali ad essa città spettanti, come precettore dello scaduto anno XI (1802‑1803). Invitato il suddetto cittadino Francesco Bianco presso il tribunale di prima istanza sedente in questa città, figlio separato del vivente Giuseppe nativo ed abitante della presente città, a rendere il conto di sua esazione a termini della lettera del cittadino prefetto di questo dipartimento del 1° corrente mese di piovoso (21 gennaio 1803) contenente le istruzioni date a’ maires ed a’ consigli municipali, ed a norma di sua sottomissione passata nel contratto di aggiudicazione e nomina in di lui capo fatta da questa maire li 28 fruttidoro anno X (15 settembre 1802).
Essendo il medesimo qui comparso, ha esibito e presenta i ruoli da questa maire rimessi, da quali si è desunto l’importare de’ centesimi addizionali a questa città fissati sulle contribuzioni fondiaria, personale, mobiliaria e somptuaria, non meno che sulle patenti, oltre i redditi comunali qui sotto specificati, è risultato a quanto infra:

Bilancio

CAPO 2°- SCARICAMENTO

Le contribuzioni dirette per la fondiaria, personale, mobiliare e patenti essendo state dal predetto cittadino Bianco per saldo pagate al ricevidore particolare delle contribuzioni dirette di questo circondario, passa allo scaricamento delle somme, come sovra dategli in caricamento.

Bilancio

Susa, 20 piovoso, anno XII (10 febbraio 1804)

Francesco Bianco precettore, Larrieu per il maire, e Gravier segretario Atto di discussione fatto dal consiglio municipale della città di Susa all’avanti esteso conto e reso dal cittadino Francesco Bianco precettore in seguito a mandati spediti da questa mairie sulle entrate di questo comune nell’anno XI.
L’anno XII della repubblica francese, alli 21 piovoso (11 febbraio 1804) in Susa nella sala municipale.
L’aggiunto fungente le veci di maire di questa città, cittadino Donato Larrieu, ha convocato il consiglio municipale di questa città in seguito alle disposizioni contenute nella circolare del cittadino prefetto di questo dipartimento del 1° corrente piovoso (21 gennaio 1803) e sono intervenuti li cittadini consiglieri municipali avv. Mauro Richiardi, avv. Filiberto Garelli, arciprete Simone Ronde, canonico Luigi Giusto Lanteri, Claudio Blanchione, Domenico Bondesio, Mauro Vietti, Gioanni Battista Ronchiay, speziale Michele N emo, speziale Giuseppe Ghia, Giuseppe Brunetti, Gregorio Riva, Agostino Prato, Gioanni Pietro Hermil, Pietro Paolo Rana, Giuseppe Rosaz e Sebastiano Ponsé, mancandovi il cittadino Baldassarre Charbounel Salle, gravemente infermo ed il cittadino Ludovico Silvestro non essendo finora stato rimpiazzato dopo il suo decesso e non essendosi fatto intervenire il cittadino Carlo Giuseppe Bianco consigliere municipale, per essere, come figura del  precettore, contabile, tutti quali sovra sedenti due delle tre parti dell’ordinario consiglio ed il pubblico rappresentanti fra i quali si è in primo luogo a pluralità di suffraggi eletto il cittadino Mauro Vietti per presidente ed incaricato segretaro della mairie a riempire le funzioni di segretaro per la presente seduta non avendo il medesimo alcuna contabilità e non incontrandosi in esso difficoltà che possano opporre alla presente loro deliberazione e scruttinio. Dopo qualche elezione il cittadino Larrieu avendo presentato il conto di sua amministrazione e giustificazione ancora di quella del predetto cittadino Bianco precettore, si è quindi il medesimo ritirato. Indi, il predetto cittadino Mauro Vietti stato come souvra congregati l’avanti esteso conto rimessoli dal prelodato primo aggiunto fungente le veci di maire,4 da cui risulta della gestione avuta da questa mairie delle entrate comunali nello scaduto anno XI (1802‑1803); in conseguenza del che in consiglio souvra congregato e presieduto come avanti avendo attentamente e minutamente discusso ed esaminato il suddetto conto tanto nel caricamento che scaricamento di voto unanime hanno dichiarato e detto essersi le rendite di questo pubblico avvantaggiosamente amministrate essersi a tempo debito curata la riscossione de’ pochi redditi e questi con piena cognizione di causa impiegati all’uso minutamente dettagliato nel conto e per casi di necessità tal che quella del mantenimento delli spuri, che ben longi d’aver ecceduto nelle somme a cadun articolo state decretate dal prelodato cittadino prefetto, sebben coll’eccedente risultanti di franchi 4 e 16 centesimi, siano rimaste insoddisfatte le partite infradescritte, per difetto di fondi, di modo che li fondi lasciati a disposizione di questo pubblico sono stati con savia economia impiegati, epperó previa nuova lettura fattasene dal predetto segretario infrascritto si è divenuto all’arresto di conto nella somma in esso specificata, rillevando così il caricamento alla somma di 3.549 franchi e 11 centesimi e lo scaricamento alla somma di 3.553 franchi e 27 centesimi e così, malgrado il divario di franchi 4 e 16 centesimi risultati pagati di più del caricamento, non essersi tuttavia dalla mairie oltre passato nelle spese portate nel bilancio spese comunali definitivamente approvato dal prefetto del dipartimento, colla scorta del quale bilancio si è proceduto al presente dalli souvra congregati, li quali in conferma coerentemente alle souvra citate istruzioni.

Rendite

Il totale delle rendite del comune per l’anno XI ha rilevato la somma di fr. 3.349.11 cioè Centesimi addizionali alla contribuzione fondiaria idem alla contribuzione personale, somtuaria e mobiliaria 168.01; Prodotto delle patenti 115.20; Redditi comunali di qualunque sorta 700.70; Somma esatta per l’indennità di figliuoli esposti a carico del comune 435.20. Totale franchi 3.549.11.

Spese

L’ammontare delle spese fissate per l’anno XI ed approvate dal prefetto ascende a franchi 9.421.73 cioè
Per mandati pagati dal percettore 3.534.87. Per quittanze del ricevitore particolare 18.40. Totale 3.553.27. Da pagarsi 5.868.48, in totale 9.421.75. Somme da pagarsi indipendentemente a quelle concesse al maire ed alle altre per li causali, urgenti ed opere pie portate nel bilancio approvato dal prefetto.

Bilancio

Bilancio

Il conto esattoriale relativo al 1809 sembra il più completo e compilato con maggior cura.
Le entrate sono costituite dai centesimi addizionali (di cui si è già parlato in precedenza), dagli interessi su somme di denaro imprestate al comune di Bussoleno e ad alcuni privati, dagli affitti pagati dai cittadini a cui sono stati ceduti dei terreni o dei negozi, per un totale di franchi 17.837.96.
Le spese sostenute dall’esattore sono così ripartite:
Capitolo 1°: spese di amministrazione prestiti diversi.
Comprendono gli intereressi dovuti dal comune ai suoi creditori; i rifornimenti di legna, di candele, di carta, penne ecc. usate nel Palazzo municipale; gli stipendi pagati al portalettere, al segretario comunale, al foriere ecc.
Le riparazioni fatte al palazzo municipale e al collegio, i fondi destinati alla Compagnia di riserva, la somma dovuta allo stesso esattore, il signor Bianco, e quella destinata alle necessità della chiesa.
Capitolo 2°: spese di polizia e per la sicurezza pubblica.
Comprendono gli stipendi al commissario di Polizia di Giaveno e di Susa e agli agenti; le spese per adibire un locale della città a commissariato; gli stipendi pagati alle Guardie forestali, l’installazione di lampioni davanti al palazzo comunale.
Capitolo 3°: spese per la Guardia N azionale, che comprendono l’acquisto di fucili e di polveri da sparo.
Capitolo 4°: lavori pubblici, costituiti dalle riparazioni all’acquedotto.
Capitolo 5°: aiuti pubblici Comprendono la somma versata all’ospedale civile e al medico dei poveri; al segretario comunale che per conto del comune aveva aiutato dei viaggiatori e le famiglie índigenti, quella destinata alla celebrazione della festa di S. Mauro; gli aiuti dati ai coscritti usciti dall’ospedale.
Capitolo 6°: istruzione pubblica. Comprende gli stipendi pagati ai vari insegnanti e la somma destinata all’acquisto di libri per la scuola secondaria.
Capitolo 7°: Culto Spese per la costruzione di un muro nel cimitero.
Capitolo 8°: feste pubbliche e spese impreviste. Le prime comprendono le cifre stanziate per la celebrazione delle feste nazionali di Napoleone e dell’anniversario dell’incoronazione dell’Imperatore; e delle feste religiose in onore di S. Mauro e di S. Sebastiano e S. Rocco.
Le spese impreviste sono svariate: la somma versata al Tesoro pubblico per sovvenzionare il Comitato vaccinatore; la cifra destinata all’acquisto di campioni-tipo delle nuove misure e del sistema  metrico decimale.
Le spese per rifornire le truppe di legname, illuminazione delle stanze, paglia e vetture per il trasporto dei prigionieri che non riuscivano a camminare, gratificazioni a persone che si sono distinte per meriti speciali ed infine due pagamenti che si riferiscono all’anno precedente.

In totale le spese raggiungono la cifra di franchi 11.934.28.5