Madonna della Neve
La Vergine Maria è stata invocata, come Madre di Gesù il Salvatore, sostegno dei cristiani nel corso dei secoli. Ella è stata raffigurata con opere d’arte dei più grandi come dei più umili artisti, inoltre con il sorgere di tantissime chiese, santuari, basiliche, cappelle, ecc. a lei dedicate, si può senz’altro dire, che non c’è nel mondo cristiano un paese, una città, un villaggio, che non abbia un edificio sacro dedicato a Maria, nelle sue innumerevoli denominazioni. Il titolo di Madonna della Neve, affonda le sue origini nei primi secoli della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma. Secondo la tradizione, nel IV secolo, sotto il pontificato di papa Liberio (352-366), un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni, insieme alla sua altrettanto ricca e nobile moglie, non avendo figli decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna gradì il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, tempo di gran caldo a Roma, indicando con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa. Infatti la mattina dopo, i coniugi romani si recarono da papa Liberio a raccontare il sogno fatto da entrambi, anche il papa aveva fatto lo stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino e lo trovò coperto di neve, in piena estate romana. Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa, seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi. La storia ci informa che la chiesa fu detta ‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma dal popolo fu chiamata anche “ad Nives”, “della Neve”. L’antica chiesa fu poi abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) il quale in ricordo del Concilio di Efeso (431), dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria, volle edificare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine, (utilizzando anche il materiale di recupero della precedente chiesa) a cui fu data la denominazione di Basilica di S. Maria Maggiore.
Nei secoli successivi la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturali e artistici, fino a giungere, dal 1750 nelle forme architettoniche che oggi ammiriamo. Dal 1568 la denominazione ufficiale della festa liturgica della Madonna della Neve, è stata modificata nel termine “Dedicazione di Santa Maria Maggiore”, celebrazione sempre il 5 agosto; il miracolo della neve in agosto non è più citato in quanto leggendario e non comprovato. Ma il culto per la Madonna della Neve, andò comunque sempre più affermandosi, tanto è vero che tra i secoli XV e XVIII ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali, che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di città.
Anche la nostra Valle ne porta testimonianza con le sue numerose cappelle che si incontrano lungo i sentieri alpini, visibile anello di congiunzione tra cielo e terra.
Rocciamelone
Cappella della Madonna del Rocciamelone
Si ha già testimonianza di una cappella in un documento del 1549 posta in cima al Rocciamelone, una delle montagne più alte delle Alpi Cozie (3538 m.), collegabile alla memorabile impresa di Bonifacio Rotario d’Asti, il quale nel 1358 portò in vetta un trittico di bronzo di fattura fiamminga, quale ex voto per il ritorno in patria dopo una crociata.
A partire da questo momento numerosi documenti attestano la presenza in loco di una piccola cappella in legno, meta di numerosi pellegrini. Nel 1895 vicino a questo antico edificio, ormai in cattive condizioni, si costruì una nuova struttura, distrutta da un incendio nel 1912. La ricostruzione in muratura avvenne nel 1923, e il complesso religioso diventa un qualificato punto di riferimento e di accoglienza per le numerose persone che raggiungono la vetta, su cui è stata collocata nel 1899 la grande statua in bronzo della Madonna, realizzata grazie alle offerte di 130000 bambini italiani.
La cappella e rifugio del Rocciamelone sono stati nuovamente oggetto di restauro negli anni 1975-1998 ad opera della Diocesi di Susa, l’ANA Valsusa e la Giovane Montagna, associazione che si era già impegnata per portare a termine i primi lavori di ristrutturazione nei primi anni del ‘900. Lo spirito che ha animato nel corso degli anni quanti si sono impegnati per rendere l’edificio sicuro e confortevole è reso bene dalle parole scritte nel 1922 “La Cappella e Rifugio del Rocciamelone, prima che opera di muratura e di carpenteria è stata ed è tuttora opera di fede e di entusiasmo” Motivazioni queste che nel corso dei secoli hanno permesso ad una moltitudine di fedeli di affrontare con coraggio e determinazione l’impegnativa ascensione alpinistica.
Il Trittico del Rocciamelone
Il Trittico del Rocciamelone è in bronzo inciso, composto da tre parti terminanti a cuspide. Alto cm. 51 e largo cm 58, secondo quanto affermato da Giovanni Romano, è un oggetto sostanzialmente unico in Europa, espressione raffinata dell’arte franco-fiamminga del XIV secolo. Sulla tavola centrale è raffigurata la Madonna seduta su un trono a cassapanca, con in braccio il piccolo Gesù, che in una mano regge una sfera, simbolo del mondo, e con l’altra accarezza il viso della Madre. Sull’anta sinistra è rappresentato San Giorgio a cavallo nell’atto di trafiggere con la sua lancia il drago; mentre su quella destra c’è un santo con la barba, probabilmente San Giovanni Battista (patrono dei Cavalieri di Malta), con le mani posate sulle spalle di un guerriero inginocchiato che rappresenta il committente del Trittico, Bonifacio Rotario. Il nome di quest’ultimo compare nella fascia inferiore dove corre la scritta: Hic me aportavit Bonifacius Rotarius civis astensis in honore Domino Nostri Yhesus Christi et Beate Marie Virginia anno Domini MCCCLVIII die prima septembris.
Secondo la tradizione, a cui si ispira a fine Ottocento il prof. Ghirardi, il cavaliere crociato Bonifacio Rotario, il 1 settembre 1358 avrebbe depositato il bel Trittico in bronzo in una cappella da lui costruita sulla vetta del Rocciamelone, sciogliendo il voto fatto quando era prigioniero dei Turchi. Gli storici sostanzialmente concordano sulla posa del Trittico da parte di Rotario nell’anno 1358 sulla vetta della montagna valsusina, dove rimase per alcuni secoli.
Nel 1673 Giacomo Gagnor di Novaretto, convinto di fare un piacere al duca Carlo Emanuele II, “rubò” il Trittico dalla vetta del Rocciamelone e lo trasportò al castello di Rivoli, in maniera da risparmiare al duca la faticosa salita fino alla cima. L’opera venne esposta nella chiesa dei Padri Cappuccini e onorata con un solenne pellegrinaggio da Rivoli a Susa, cui partecipò un’enorme folla di fedeli e le maggiori autorità religiose e civili.
Il Trittico da allora fu custodito nella cattedrale di San Giusto di Susa fino all’anno 2000, data in cui venne trasferito nella sede del Museo Diocesano di Arte Sacra situato presso la chiesa della Madonna del Ponte.
Cesana Torinese
La cappella dedicata alla Madonna della Neve di Cesana Torinese è sita su una collina dominante il paese, lungo la strada che porta a Clavière. È stata costruita con il concorso degli Alpini e benedetta il 6 settembre 1981.
Il manufatto è caratterizzato da un unico volume, preceduto da un ampio atrio realizzato in legno e pietra, sorretto da due rustiche colonne. Alla cappella si accede attraverso una gradinata realizzata da terrapieni e pietre delimitati da tronchi d’albero, che rende più facilmente accessibile il pendio antistante l’edificio religioso, circondato da una ricca vegetazione alpina.
Ai tipici elementi montani del legno e della pietra, utilizzati per la costruzione, si unisce il ferro battuto, presente nei motivi che ingentiliscono la porta di ingresso e la croce posta sulla piccola cella campanaria.
Questo simbolo cristiano è riproposto sul lato destro antistante la cappella.
Cesana Torinese
Località Rhuilles
Al centro del borgata di Rhuilles, la più antica e fino a tempi recenti la più popolata località di Thures, si trova la cappella della Madonna delle Nevi che si affaccia sul torrente Thuràs.
La piccola cella campanaria che si erge al di sopra del tetto, permette di individuare la chiesetta alpina, perfettamente inserita nelle costruzioni circostanti.
L’orientamento dell’abside rivolto a levante, accredita una data di costruzione antecedente al primo scritto del 1657, che la menziona in un atto di donazione.
Il portale della cappella richiama negli archi scolpiti in pietra e nelle caratteristiche della porta lignea, quello della chiesa di Bousson e motiva l’ipotesi che l’edificio sia stato costruito verso la metà del 1500.
Nel 1670 venne dotata di un bellissimo retable policromo, il cui realizzatore fu un certo Antonio Meynier, maitre menousier della località della Lauze; l’opera di pregio copre l’intera parete di fondo del presbiterio.
Un importante restauro nel 1953 vide il rifacimento degli intonaci interni ed esterni oltre che la copertura del tetto in lamiere.
Cesana Torinese
Località Sagnalonga
A Sagnalonga fu edificata la cappella dedicata alla Madonna della Neve pochi anni dopo la seconda guerra mondiale, per volontà del commendator Alfonso Della Vedova e del signor Devalle.
La prima pietra fu posta il 7 agosto 1960 dal Vescovo di Susa mons. Giuseppe Garneri, che benedì l’edificio religioso il 5 settembre 1965.
È diventata proprietà della Parrocchia di Cesana Torinese nell’anno 2006.
La chiesetta, posta su un’altura, circondata da alti pini e larici, presenta una bella struttura particolarmente curata nei vari elementi che la compongono. La copertura del tetto in lamiere è interrotta da un graziosa cella campanaria in pietra, elemento che ritorna alla base della struttura e nelle due colonne portanti l’ampio atrio antistante l’ingresso.
L’interno è illuminato da finestre singolarmente ampie, rispetto alle aperture di dimensioni di norma ridotte che caratterizzano le chiesette alpine.
Bardonecchia
Località Rochemolles
La cappella intitolata alla Madonna della Neve della località Rochemolles è stata costruita in sostituzione dell’antica cappella del Plan. Secondo la tradizione quest’ultimo edificio sacro fu eretto nel XVIII secolo da un religioso francese di nome Souberan, il quale aveva fatto voto che avrebbe costruito una chiesetta dedicata a Notre Dame des Nieges, qualora fosse giunto in Piemonte sano e salvo dalla Francia.
Negli anni 1928-1930 in località Grange Plan venne costruita una diga di sbarramento che con il suo invaso d’acqua coprì il piccolo insediamento nonché l’antica cappella. L’impresa costruttrice si assunse l’onere di ricostruire la cappella in altro luogo e fu scelta la località Mouchecuite, dove vi era un piccolo borgo.
La chiesetta alpina venne benedetta nell’estate del 1931 dal parroco di Bardonecchia mons. Agostino Rousset, divenuto poi Vescovo di Ventimiglia.
L’edificio, a pianta rettangolare e ad un’unica navata, si presenta in buone condizioni sia per quanto riguarda la struttura esterna in pietra sia per quanto riguarda l’interno, dove si apprezza la bella immagine della Beata Vergine collocata sopra l’altare.
Nell’anno 2006 il Consorzio Agrituristico di Rochemolles ha rifatto il tetto in lose della cappella.
Bardonecchia
Località Millaures
La cappella della Madonna della Neve si trova a Le Broue in località Millaures. L’edificio, a pianta rettangolare, è caratterizzato da una facciata semplice e lineare su cui è visibile un’epigrafe latina “S. Maria Mater Dei ora pro nobis” e l’anno 1727.
Nel 1928 venne interamente ricostruita per volontà di Maximin e Angelo Guiffre, figli di Adolf, in segno di ringraziamento per aver fatto fortuna in Francia. Gli interventi recenti ad opera della famiglia Zannier hanno interessato il consolidamento della struttura e il rifacimento della copertura in lose del tetto. All’interno gli unici arredi sono un altare, di semplice fattura, in legno naturale con intagliata la lettera M, un tabernacolo, anch’esso in legno, ed alcune immagini sacre (cartone con cornici), doni fatti da persone locali, portanti le date 1928, 1930, 1931. La campana e la statua in gesso della Madonna, un tempo appartenenti all’edificio sacro, si trovano ora in borgata Le Gleise.
La cappella in passato era tappa della processione del 2 luglio che partiva dalla Parrocchia di Millaures e si concludeva alla cappella di Cotë Arlau, dedicata a Maria Ausiliatrice, dove veniva officiata la Santa Messa e la benedizione del pane.
Savoulx
Localià La Roche
Non è noto l’anno di costruzione della cappella delle Madonna della Neve di Savoulx, che risulta tuttavia presente in località La Roche nell’anno 1899, allorchè una valanga caduta nei pressi del villaggio danneggiò irreparabilmente la copertura in lose dell’edificio, rifatta completamente dal Signor Luigi Rousset all’inizio del 1900.
La chiesetta, che sorge su un terreno di proprietà della signora Tignone Eufrasina, venne edificata per volontà e concorso di alcune famiglie che vivevano su quelle montagne per un lungo periodo dell’anno.
Si racconta che negli anni 1930-1940 la Santa Messa, celebrata il 5 agosto, fosse officiata dal parroco di Novalesa, accolto con grande ospitalità dagli abitanti del luogo.
Nell’anno 2000 gli abitanti di Savoulx hanno rifatto il tetto e il pavimento della cappella che sull’intonaco della facciata riporta la scritta:“Donna di Speranza rendi sicuri i nostri passi verso Dio”
Sauze d’Oulx
Località Ciaô Pais
La cappella fu voluta e costruita dagli Alpini del III Battaglione Val di Fassa (Trento), reduci dal fronte occidentale e dai combattimenti con le truppe francesi durante la seconda guerra mondiale. Acquartierati nella zona di Sauze D’Oulx, essi decisero di erigere una piccola cappella in località Ciaô Pais dedicandola alla N.S. Madonna della Neve, come ringraziamento e voto dal momento che avevano subito negli scontri pochissime perdite.
L’edificio sacro venne edificato in brevissimo tempo e inaugurato nel mese di agosto dell’anno 1940. All’inaugurazione erano presenti più di 2000 combattenti di tutte le armi, oltre al Principe Umberto di Savoia e al Duca D’Aosta.
Nel corso del tempo curata e affidata all’A.N.A. sezione di Torino-centro, la cappella dall’anno 2003 diviene proprietà della signora Giuseppina Bruschi, titolare del vicino albergo-ristorante Ciaô Pais.
Ogni anno ad agosto e alla vigilia di Natale viene celebrata la messa solenne, officiata da un ex cappellano militare, con grande partecipazione di reduci, alpini e folla di fedeli.
All’interno della cappella, oltre all’elenco dei caduti, spicca il riconoscimento, medaglia d’argento, all’alpino Aldo Deorsola del Battaglione Exilles, caduto in combattimento nel corso della seconda guerra mondiale.
A monte della cappella in uno stupendo parco alberato sono riportati tutti i nomi dei Battaglioni Alpini.
Oulx
Località Vazon
La cappella di Nostra Signora della Neve della località Vazon riporta sulla facciata la data del 1710. La stessa data è presente nella decorazione del portale, tra le iniziali M.A., che racchiudono le lettere I.H.S., acronimo di Cristo; molto probabilmente si tratta di una data relativa ad un restauro della chiesa che si ritiene avere origini più antiche.
Il soffitto è a volta crociata; il presbiterio (separato da una grata sulla quale sono appesi due paliotti con l’immagine della Madonna con il Bambino), presenta un retable in legno dorato, ornato con motivi floreali, frutti e pampini d’uva, raffigurante la Madonna con in grembo Gesù Bambino opera che richiama l’arte tipica della zona.
Nella cappella era conservata una preziosa scultura lignea del XIV secolo della Beata Vergine Maria, ora custodita nel Museo Diocesano di Arte Sacra di Susa, , che fu individuata come oggetto di pregio nel 1975 da mons. Severino Savi. La statua si era salvata dai furti che avevano spogliato la cappella grazie ai numerosi nastri che ne celavano il valore. Era infatti usanza delle spose in Alta Valle, appendere un nastro alla statua della Madonna con il Bambino, come richiesta di protezione e buon auspicio.
Oulx
Località Las Pellousieres
In località Las Pellousieres di Oulx si trova una cappella dedicata alla Madonna della Neve. L’esatta data dell’edificazione della cappella è sconosciuta; è accreditata l’ipotesi che possa essere stata fondata nella seconda metà del milleottocento dalla famiglia Perron per voto o grazia ricevuta. Questa famiglia, proprietaria e custode dell’edificio, a metà del 1900 emigrò in Francia a Grenoble, e la cappella venne quasi dimenticata, dopo essere stata spogliata dei pochi arredi interni.
Fortunatamente negli anni 1987 – 1988, come attesta una targa lignea collocata sulla parte anteriore dell’edificio, essa venne restaurata e valorizzata grazie alla volontà e all’impegno degli Amici di Don Dosco di Oulx. In quegli stessi anni veniva affidata alla cura dei Salesiani che ne sono tuttora custodi. Si deve ad un confratello salesiano un originale quadro presente all’interno, raffigurante N.S. Madonna della Neve e Gesù Bambino… vestiti da sciatori.
La cappella estremamente essenziale nelle linee architettoniche, si trova lontana dalle abitazioni, quasi celata da una fitta foresta di conifere, e può essere raggiunta durante i mesi invernali percorrendo con gli sci la pista di fondo e nella stagione estiva camminando lungo l’ombroso sentiero che conduce alla località che la ospita.
Exilles
Località Grange della Valle
La cappella dedicata alla Madonna della Neve si trova nella località di Grange della Valle, ad un’altitudine di 1780 m. L’atto di fondazione della cappella è datato 26 giugno 1774, e registrato dal notaio Coste, secondo quanto risulta dal manoscritto di Jean Jallin cappellano.
Il documento è particolarmente interessante per le notizie riportate relative al XVIII secolo; in esso si precisa che la cappella possiede un capitale della somma di 46 lire per la manutenzione, la gestione e le riparazioni necessarie e si legge inoltre:
…Essa è stata nel 1794 – 95 occupata dalle truppe che hanno tolto le serrature e bruciato le porte, infine fatto molti danni. Vi è nella detta cappella un piccolo quadro della Santa Vergine, con la sua cornice in legno, una pianeta in cammellotto bianco con gallone di seta, un corporale, un purificatorio un camice, un amitto, un cordone bianco, un tovaglia d’altare, due sottotovaglie, una “piece sacrée”, quattro candelieri in legno, le carteglorie del canone in cartoni o cartelle, Vangelo…
Queste precisazioni sono preziose perché offrono un quadro dettagliato dell’arredo che di norma caratterizzava gli edifici sacri di piccole dimensioni, nei quali peraltro si celebravano nel corso dell’anno numerose messe.
Attualmente gli arredi di questa cappella, come delle altre cappelle alpine, sono essenziali, anche a causa dei ripetuti furti verificatisi nel corso degli anni: ne è un triste esempio la statua della Madonna collocata all’interno della cappella nel 1946 e sottratta nel 1978.
La processione della festa del 5 agosto, descritta nei numerosi bollettini parrocchiali, partiva all’alba dalla Parrocchia di Exilles per raggiungere la cappella, dove a metà mattinata si celebrava la Santa Messa cantata.
Ramats
Località Arguel
La cappella della Madonna della Neve della Ramats si trova in località Arguel, a 1950 m. di altitudine, ai piedi delle imponenti fortificazioni del colle dell’Assietta. Raggiungibile dal Frais grazie ad una strada sterrata, è posta su un’ampia radura panoramica, che permette allo sguardo di spaziare dal fondo valle fino alle alte cime delle montagne che si innalzano di fronte.
Alcune baite costruite nei pressi del manufatto ricordano l’utilizzo nei secoli passati dell’area come luogo di pascolo, attività tuttora praticata dall’alpeggio posto poco lontana dall’edificio sacro.
Elementare nella struttura ad un unico volume e priva di cella campanaria, la chiesetta richiama i manufatti d’alta montagna nel profilo e nei materiali usati per la costruzione: ne sono testimonianza la copertura in lose, l’intonaco grezzo e le piccolissime aperture ai fianchi dell’ingresso. La croce collocata sul colmo del tetto attesta la sacralità dell’ edificio e richiama alla mente la secolare devozione cristiana delle popolazioni alpine.
Gravere
Località Deveis
La cappella del Deveis risale al secolo XVII; la tradizione racconta che venne costruita da Eldrado e Francesco Morello, figli di Andrea, per adempiere al voto del padre che riteneva di essersi salvato da un grave incidente agricolo grazie all’intercessione della Madonna.
La campana, rimossa dalla cella campanaria, è custodita all’interno dell’edificio su supporto in ferro battuto, unitamente all’altare e ad un leggio costruiti da Morello Edoardo nel 1972. Tali arredi sacri vengono portati all’esterno in occasione delle celebrazioni delle Sante Messe. Nell’interno vi sono dei pannelli dipinti dal professor Peirolo ed un grande quadro dedicato alla Madonna della Neve.
Dal 1970 vengono nominati annualmente i Priori che sovrintendono la festa del 5 agosto; il Gruppo degli Alpini, di norma, fa celebrare la domenica seguente una funzione religiosa in ricordo degli alpini caduti.
La località su cui insiste la cappella è stata sempre molto frequentata: in passato soprattutto nel periodo estivo, in coincidenza con i lavori stagionali, oggi quale meta turistica per l’amenità del luogo
Giaglione
Località Santa Chiara
La località di Santa Chiara, detta anche Trucco e in antico Alpe Cleyrana, fu donata da Adelaide di Susa al priorato di Novalesa nel 1070.
Poichè il luogo era conosciuto con il nome di San Claro poi Santa Chiara, quando il parroco di Giaglione, don Albino Chalmaz, nel 1876 mandò una relazione al Vescovo di Susa per chiedere la consacrazione della cappella, costruita su un territorio di proprietà del notaio Gallassi, precisò: ”…trattandosi della dedicazione della nuova cappella, avrebbe desiderato il fondatore di conservarne l’antica, [denominazione Santa Chiara] ma egli ne venne dissuaso perché tal festa cade nel mese di gennaio. Gli venne allora il pensiero di dedicarla a Maria Vergine Santissima sotto il titolo della Neve”.
La nuova cappella venne consacrata nel 1877. Nel 1889 fu però demolita perché si trovava nel comprensorio del forte che si stava costruendo in quella località (Forte di Santa Chiara). Essa fu successivamente riedificata, sempre su un terreno del notaio Gallassi, e consacrata nel 1890.
Novalesa
Località Travèrsë
La cappella dedicata alla Madonna della Neve è situata a 1500 m. di altezza e si trova al centro di una pittoresca borgata montana denominata Travèrsë.
L’edificio attuale probabilmente risale al XVIII secolo, ma la sua origine è certamente più antica.
Essa si trova sul sentiero che da Novalesa conduce verso il Rocciamelone e, sino ai primi anni ’50, la comunità novalicense vi ha celebrato la Santa Messa – il 5 agosto – durante l’annuale pellegrinaggio alla Vetta. Proprio per questo motivo, la dedicazione alla Madonna della Neve è andata gradualmente confondendosi con quella della Madonna del Rocciamelone. L’abbandono della borgata ha provocato il declino della bella cappella che, secondo la memoria degli anziani del luogo, era ricca di suppellettili sacre, paramenti e decorazioni.
Novalesa
Località Balaverda
La Cappella, dedicata alla Madonna del Rocciamelone e orientata verso la Vetta, è situata su un magnifico poggio in località Balaverda, che domina l’abitato di Novalesa.
La sua storia è intimamente legata a quella della comunità novalicense e risale al 9 giugno 1950. Il 28 settembre 1944 i Novalicensi fecero un voto alla Vergine del Rocciamelone chiedendo la grazia del ritorno dalla guerra per gli uomini del paese e si impegnarono a costruire una cappella in suo onore, qualora fosse stata esaudita la richiesta. Tutti tornarono incolumi dai fronti bellici e dai lager e la comunità intera spese fatica e denaro per la costruzione del sacro edificio.
Oggi vengono celebrate tre messe: in occasione della chiusura del mese di maggio, il cinque agosto ed il giorno dell’Assunzione. Sulla prima pagina dell’opuscolo di inaugurazione della cappella è scritto: “Ardente di fede e vibrante di entusiasmo, Novalesa, memore delle grazie ricevute, ha offerto alla Vergine del Rocciamelone una reggia ed il proprio cuore”.
Venaus
Località Bar Cenisio
La cappella di Venaus, dedicata alla Madonna della Neve, si trova a Bar Cenisio principale borgata montana del Comune, posta ad un’altitudine di m. 1483, in un ameno e spazioso vallone. Edificata su un’altura, la chiesetta è facilmente visibile dalla strada statale che collega Susa al valico del Moncenisio, seguendo il tracciato dell’antica strada napoleonica.
L’edificio presenta un volume architettonico superiore a quello che di norma caratterizza le cappelle alpine, motivato dalla necessità di accogliere i numerosi abitanti della borgata. Area interessante in passato ai fini militari, in seguito zona di frontiera italo-francese, Bar Cenisio è oggi un qualificato centro di turismo estivo.
La bella cella campanaria e la bianca facciata che caratterizzano la struttura fanno da sfondo, in alcuni momenti, alle celebrazioni relative alla festa della Madonna delle Nevi che si tiene la domenica prossima al 5 agosto. Tra queste è particolarmente coreografica la danza degli spadonari di Venaus che, accompagnati dalla banda musicale, ripetono movenze e passi rituali molto antichi, documentati in un testo del 1663 relativo al matrimonio del duca Carlo Emanuele II.
Meana
Località Colletto
La cappella della Madonna delle Nevi di Meana si trova in località Colletto, una posizione da sempre importante perché mette in collegamento la Valle di Susa con la Val Chisone attraverso il Colle delle Finestre.
Documenti storici attestano che già nel secolo XVII era stato costruito, nel luogo dove si trova attualmente la cappella, un ricovero che ospitava uomini della milizia paesana di Giaglione, là inviati nel 1666 per tutelare l’area valsusina dall’influenza della fede protestante diffusa nella valle confinante.
In occasione della festa patronale del 5 agosto, è consuetudine secolare che le due Priore, di norma appartenenti a famiglie titolari di proprietà terriere locali, distribuiscano il “pane della carità”, benedetto durante la Santa Messa e ricco di un profondo significato religioso.
Bussoleno
Località Pian Cervetto
Sulla facciata della cappella una scritta richiama l’anno di fondazione e la famiglia Pognant della borgata Giordani di Mattie, per volontà della quale venne edificato il sacro edificio: “Jo.s Bap.ta Pugnant, matiarum, B.M.V. addictus missas: diedus 4 maj et 5 aug.ti vovit sacellum, anno domini 1748-confecit persolvit ac posuit, jos.h Ros Pugnant 1787”.
Situata in una conca a 1300 m. s.l.m in località Pian Cervetto, la cappella è anche detta “cappella degli alpeggi”. L’edificio, diviso in tre blocchi, è sobrio e caratterizzato da una tettoia costruita tra la fine del secolo scorso e i primi del 1900. Nel 1954 fu rifatta la cella campanaria e fu riadattato il locale attiguo al corpo centrale della cappella. L’interno è in buono stato e le pareti ospitano numerosi quadri votivi; è consuetudine tuttavia che le S. Messe siano celebrate sotto la tettoia, su un altare da campo, da cui lo sguardo spazia sull’ambiente alpino circostante.
San Giorio di Susa
Località Ravoira
Voluta dalla devozione degli abitanti delle borgate Ravoira – Durand e Garda, la cappella fu eretta agli inizi del sec XIX. Sul muro infatti vi è scolpita una data che riporta l’anno 1827. La stessa campana, fusa dalla fonderia Albert di Torino, porta incisa la data del 1835.
Probabilmente fin da allora fu dedicata alla Madonna della Neve, di cui si conserva una statua lignea alta 150 cm, commissionata nel 1943 ad Ortisei dal parroco don Attilio Bar.
Si onora anche Santa Liberata il 18 gennaio. Le pitture murali esterne sono state recuperate nel 2002 e nel corso del 2004 è stata completamente rifatta la pavimentazione intorno all’antico altare.
Bruzolo
Località Seinera
In località Seinera fu edificata nel 1722 per volontà di Don Armondino la cappella della Madonna della Neve, riferimento religioso delle quattro famiglie allora residenti. La comunità crebbe nel tempo, motivando un ampliamento della struttura nel 1890, a cui si unirono nuovi restauri nel 1915.
Il giorno della festa è da sempre motivo di richiamo per i bruzolesi, molti dei quali nel rispetto della tradizione, dopo la messa, si spostano alle Combette per trascorre serenamente il resto della giornata.
Villar Focchiardo
Località Mongirardo
La cappella della “Beata Vergine della Neve”, situata nella borgata Mongirardo (Monte Gerardo), venne edificata nel 1706, anno della grande alluvione che cancellò gran parte del paese di Villar Focchiardo, distruggendo l’antica chiesa parrocchiale di periodo romanico.
Nel 1736 tale borgata contava 47 abitanti.
La festa liturgica è fissata il 5 agosto secondo il calendario della chiesa, ma da lunghissimo tempo è celebrata il primo lunedì di agosto, dopo la festa della Trasfigurazione di Nostro Signore che si celebra presso la cappella di Pian dell’Orso la prima domenica del mese di agosto.
È l’unica cappella di montagna sul territorio parrocchiale a contenere nel suo interno una cupola, non visibile dall’esterno.
Sull’altare è collocata una grande pala dedicata alla Beata Vergine Maria.
Borgone di Susa
Località Bordiglione
La cappella di Bordiglione, dedicata alla Madonna della Neve, è una tipica chiesetta di campagna. Non si conosce l’anno di fondazione, ma documenti del XVIII secolo ne citano la presenza ed è motivato supporre che sia stata edificata alla fine del Milleseicento.
L’entrata è rialzata e vi si accede tramite una scalinata. Questa posizione è dovuta probabilmente alla necessità di salvarla dalle frequenti inondazioni della Dora.
Il porticato in stile rustico posto davanti all’ingresso è successivo alla costruzione e serve a ripararla dalle intemperie. Attorno al 1970 è stata restaurata sia all’interno che all’esterno ed è stata dotata di una nuova mensa eucaristica in legno.
La data della festa è il 5 agosto e si svolge alla sera, cominciando con la recita del Santo Rosario al pilone di Vignecombe, davanti alla statua lignea della Madonna, la quale viene poi portata in processione fino alla cappella con fiaccole, canti e preghiere.
La statua viene lasciata all’esterno in modo che tutti possano vederla, in particolare i bambini. Dopo la S. Messa si distribuisce il pane benedetto.
Sant’Antonino di Susa
Località Cresto
La cappella di Nostra Signora della Neve in località Cresto fu edificata nel 1713 e consacrata nel 1717. In origine si trattava di un semplice edificio a struttura rettangolare cui furono aggiunte, tra il 1775 e il 1810, la sacrestia e il campanile. Fu un luogo di culto importante per la borgata tanto da essere retto, già nel 1796, da una Compagnia che provvedeva alle spese del culto. In essa, nel giorno di S.Brigida purché non festivo, si celebrava la messa cantata, si esponeva l’eucaristia e si recitava, dopo pranzo, il vespro. I defunti, iscritti alla Compagnia, avevano diritto al pagamento delle spese del rito funebre.
Il dipinto posto sopra la porta di ingresso, segnalato nella visita pastorale del 1744, rappresenta la Vergine con il bambino Gesù tra le braccia con ai lati S.Anna e S.Brigida sostituito in epoca recente da un S.Antonio abate. Quello sopra l’altare ritrae la Vergine nell’atto di calpestare il serpente, allegoria del demonio.
Chiusa San Michele
Località Basinatto
Il 6 luglio del 1799 il parroco di Chiusa don Ghionio Barela salì con delega vescovile fino a Basinatto per benedire la cappella costruita dai fratelli Francesco e Michelantonio Cantore. Alla presenza di diversi sacerdoti, tra cui il rettore della Sacra e il parroco di Valgioie, benedì la chiesetta intitolata alla “Beata Vergine della Neve”.
Nel 1841 in una visita pastorale si descrive l’altare in muratura della cappella e una icona definita “pulcherrima” , raffigurante la Vergine con Bambino, datata 1796. Don Girardi nel 1873 conferma ancora tale presenza come icona dell’altare; essa fu sostituita da un grande dipinto nel 1904.
Il tetto della chiesetta è stato restaurato nell’estate del 1948 e rifatto nel 1979 mentre l’altare è stato riedificato interamente in marmo nel 1964.
Il rifacimento del pavimento, l’imbiancatura interna, la cura continua e amorevole degli abitanti e in particolare della famiglia di Augusta Cantore, lontana discendente del fondatore, sono storia recente. Si può dire che non passi anno senza che qualche intervento venga realizzato alla bella chiesetta, segno eloquente di fede e di legame alla tradizione.
Chiusa San Michele
La presenza della cappella risulta già in alcuni atti notarili risalenti al 1633 presenti presso l’Archivio di Stato di Torino. Nel libro del Catasto del 1670, conservato in Comune, il territorio su cui insiste il manufatto viene definito “Capella ossia Croce”.
Il secondo termine, spesso affiancato al nome “Capella”, motiva l’ipotesi che dove sorse l’edificio, molto probabilmente in precedenza era posta una croce campestre.
Si trova una descrizione abbastanza dettagliata della chiesetta in un testo del 1744, redatto dall’Abate Bogino della Sacra. Una visita episcopale del Vescovo Ferrero di Torino nel 1757 descrive un edificio restaurato e abbellito, dotato del necessario per i sacri uffizi.
Una carta dell’epoca, la cosiddetta Mappa sabauda, evidenzia la Cappella e la sua intitolazione, mostrando anche una strada che si dipartiva proprio da questo punto per congiungersi poco più in alto alla mulattiera per il Benale.
Qualche decennio più tardi, nel 1781, una relazione del parroco don Barela Ghiorio la descrive indicativamene come l’abate Bogino, sottolineando la bellezza dell’icona raffigurante la Vergine col Bambino in braccio.
Condove
Località Prarotto
La cappella dedicata alla Madonna della Neve di Maffiotto si trova sopra un’altura in località Prarotto, ad una altezza di 1577 m.
Era, unitamente a quella di San Martino in località Grange, una delle due cappelle collegate alla chiesa parrocchiale del luogo.
I documenti del XIX secolo segnalavano il buon stato di conservazione dell’edificio e la buona presenza di arredi sacri all’interno, precisando tuttavia la mancanza di redditi propri.
Particolarmente importante risultava essere la processione con canti avente per meta la cappella.
Nel corso dei secoli passati la chiesetta ha ospitato periodicamente funzioni religiose ed è tuttora meta di molti fedeli, attratti anche dall’amenità del luogo. L’importante campanile e l’ampio atrio, chiuso da un’elegante cancellata in ferro battuto, nobilitano il sacro edificio.
Caprie
Località Peroldrado
La cappella, edificata nella borgata di Peroldrado nell’anno 1741, fu dedicata oltre che alla Vergine anche a san Grato e san Lorenzo martire.
Nel 1888, unitamente alla località che la ospita, con decreto di mons. Edoardo Rosaz passò dalla parrocchia di Celle alla giurisdizione pastorale della parrocchia di Caprie. Nulla cambiò sotto l’aspetto del culto: si continuò a celebrare la S. Messa il 5 agosto, giorno dedicato alla Madonna della Neve, e qualche altra volta su richiesta dei parrocchiani. Un tempo utilizzata anche per il viatico agli ammalati, è oggi talvolta scelta dagli abitanti del luogo per la recita del rosario. La cappella ha beneficiato nel corso del tempo di una rendita derivante dall’affitto di un castagneto, di cui si è smarrita l’originaria proprietà.
I Priori si occupano del decoro e della distribuzione del pane della carità.
Almese
Località Bertolo
Nella piccola borgata Bertolo, fa bella mostra di sé la cappella Madonna della Neve, edificata nel 1861. Fu aggiunta la sacrestia e costruito il campanile nel 1890.
Dopo la seconda guerra mondiale in adempimento di un voto fatto dal pievano monsignor Rocci e dalla comunità parrocchiale, la facciata della cappella fu arricchita di un elegante atrio.
Il rifacimento del tetto nel 1987 e altri lavori di ristrutturazione hanno visto l’impegno prezioso degli Alpini. I loro interventi, uniti all’attenzione annuale dei Priori, hanno permesso una conservazione ottimale dell’edificio, meta di numerosi fedeli il 5 agosto giorno della festa patronale
Rubiana
Località Nubia
La cappella in località Nubia è dedicata alla Madonna della Neve e si trova nel territorio della Parrocchia di S. Grato in Mompellato (frazione di Rubiana), in una zona verdeggiante leggermente scostata dalle abitazioni, ad un’altitudine di circa 1200 m. La data della costruzione è sconosciuta.
Nella seconda metà del 1900 la cappella fu restaurata: l’intervento, iniziato con il parroco don Renzo Girodo, fu terminato dal parroco mons. Luciano Vindrola nel 1990. Nel corso delle opere interne alla cappella è stato collocato un bell’altare in marmo policromo proveniente dalla chiesa dell’Istituto Artigianelli dei Padri Giuseppini del Murialdo di Bruere, frazione di Rivoli.
Il 5 di agosto di ogni anno viene onorata la festività patronale dedicata alla Beata Vergine della Neve.