SEGUSIO – Suzon

Nome antico: SEGUSIO

Individuazione sul Barrington Atlas of Ancient Word: Tavola 15, C1

La città nel mondo gallo-romano:

Si trattava di un piccolo centro, situato nell’entroterra di Nemausus (ora Nimes), ad una quarantina di chilometri dal capoluogo.

 

Nome moderno e numero abitanti: SUZON, frazione del Comune di Bouquet circa 200 abitanti (già Regione della Linguadoca)

 

Suzon, ora piccola frazione del Comune di Bouquet, in prossimità delle Cévennes,  in epoca romana era il capoluogo/fortezza del popolo dei Segusiones o Segustones e costituisce il nucleo originario dell’attuale paesino di Bouquet.

La zona si presenta montagnosa, con gorge e falesie calcaree scavate dai fiumi a carattere torrentizio che attraversano il territorio; le prospezioni archeologiche avvalorano l’ipotesi di un primo sito strutturato risalente al III secolo a. C. e costruito su un’altura sacra, ampliatosi successivamente in epoca repubblicana e quindi alto-imperiale.

Il ritrovamento, tra le altre evidenze, di ceramiche e anfore di età tardo-antica e di origine africana fa ritenere l’antica Segusio un centro commerciale o  un emporio, data la posizione geografica non lontana da Nimes, al centro delle correnti di scambio del Mediterraneo.

Probabilmente potrebbe costituire uno di quei 24 oppida ignobilia segnalati da Plinio nei dintorni di Nimes, ovvero un potente villaggio che, avendo perduto l’autonomia, dipendeva dalla grande città per l’amministrazione politica, e i cui cittadini non potevano ottenere la cittadinanza romana e non potevano ricoprire cariche pubbliche se non a Nimes: il sistema consentiva ai Romani di romanizzare gradualmente e senza l’uso costante della forza i territori conquistati.

A fine secolo XIX nei dintorni di Suzon erano ancora visibili resti architettonici romani (muri di cinta, resti di un agglomerato urbano) e vi si ritrovarono cocci in ceramica, oggetti di uso quotidiano di età gallo-romana e una moneta d’argento dell’epoca di Traiano.

Il villaggio, popoloso sino al tardo secolo XVII, subì nel tempo un graduale abbandono, dovuto alle guerre, all’esodo rurale e al problema annoso dell’ approvvigionamento dell’acqua.