SEGODONUM – Rodez

Nome antico: SEGODUNUM

Individuazione sul Barrington Atlas of Ancient Word: Tavola 14, H4

La città nel mondo gallo-romano:

Segodunum si trovava nel centro del territorio celtico ed era un significativo snodo viario: verso nord-ovest la viabilità portava a Burdigala (ora Bordeaux), verso nord-est la direzione era quella di Lugdunum (Lione), mentre da sud risaliva la strada per il Mediterraneo, collegante Arelate (Arles).

Nome moderno e numero abitanti: RODEZ, circa 26.000 abitanti

(Dipartimento dell’Aveyron, già Regione Midi-Pirenei, ora Occitania)

Nel cuore dell’Aveyron, la fondazione di Rodez  risale al V secolo a.C., ad opera di una popolazione celtica dell’Europa centrale, i Ruteni, che si stabilì a sud dell’Alvernia per costruire un oppidum caratteristico della civiltà gallica.

Sotto l’occupazione romana, l‘oppidum, edificato sulla cima di una collina, prese il nome di Segodunum (l’altura della vittoria), e fu provvista di tutti gli elementi costitutivi di una città romana di prim’ordine (templi, acquedotto, foro, anfiteatro); il nome venne modificato nei secoli successivi in Civitas Rutenorum, Ruteni e infine nell’attuale Rodez.

In seguito alla caduta dell’Impero romano la città subì gli effetti delle invasioni barbariche (Visigoti, Franchi, oltre che Saraceni) e andò in parte distrutta; tuttavia oggigiorno i resti romani costituiscono ancora significative evidenze archeologiche, come nel caso dell’antico foro gallo-romano, un tempo più grande e imponente di quello di città come Arles, Vienne e Narbonne.

Dopo alterne vicende storiche, attualmente la cittadina conosce un momento di prosperità economica dovuto all’installarsi di nuove aziende tecnologiche e al fatto di essere divenuta sede di alcuni Dipartimenti dell’Università di Tolosa.

Notevoli migliorie infrastrutturali (due viadotti, autostrada) la collocano ora al centro di una vasta rete di trasporti e comunicazioni tra il Midi francese e il Centro-Nord del Paese.

Non priva di attrattive turistiche, Rodez è sede di un importante museo, centro di interpretazione del territorio, che conserva resti delle varie epoche storiche e protostoriche che hanno caratterizzato le vicende della città nel tempo.

Difatti il territorio nei dintorni di Rodez dispone di un ricco patrimonio megalitico (almeno una cinquantina di dolmens ancora visibili, tumuli e camere funerarie); ma i resti più significativi sono riferiti all’imponente foro romano, di dimensioni eccezionali per il luogo: 140 m. di lunghezza lungo l’asse nord-sud e circa 80 m. di larghezza. Dagli scavi archeologici condotti negli ultimi anni del secolo scorso si rileva anche la presenza di terme e di un anfiteatro, edificato sfruttando il declivio di una conca naturale a circa trecento metri a nord-ovest dell’abitato, con una capacità di 15.000 posti.

L’acquedotto romano del I secolo, che serpeggia tra valli e colline per un tratto di almeno trenta km., parzialmente interrato in epoca romana, è stato rinnovato e riutilizzato alla metà del sec. XIX per rispondere alla necessità di acqua della città e attualmente è in corso un progetto di prospezione per verificarne lo stato di conservazione in vista di un possibile nuovo utilizzo. Resti di ville gallo-romane sono stati riportati alla luce nella zona.

Altri interessanti monumenti medievali e di epoca successiva arricchiscono il patrimonio artistico cittadino.

Grazie a un’avveduta politica patrimonial-culturale, Rodez è sede del Festival annuale interregionale delle Culture Occitane, l’Estivada, che comprende una rassegna di eventi (cinema, teatro, conferenze, danze, spettacoli vari) per la promozione e la valorizzazione delle tradizioni e della lingua occitane, avvalendosi di un partenariato che spazia dalla Catalogna alla città di Torino.